lunedì 16 febbraio 2009

Cafonal


Già da qualche anno il sito Dagospia è fra i più cliccati in Italia: gossip cattivo, commento politico e scoop sempre in anteprima sono gli elementi del successo del sito creato da Roberto D’Agostino.
E poi c’è una rubrica, quella che ha sempre fatto più accessi e più successo delle altre: Cafonal.
In queste pagine sono sempre state ospitate le foto di Umberto Pizzi, storico fotografo dei potenti italiani, possibilmente non in posa.
Anzi, possibilmente nella peggior posa possibile.
Di D’Agostino si sa tutto o quasi - compreso il memorabile schiaffo a Vittorio Sgarbi (ovvero: altri tempi, se ci si scandalizzava per uno schiaffo in tivvù) - ma per chi non si ricordasse qualche dettaglio, ecco il riassunto biografico di tpi-back:
Un uomo di successo e molto apprezzato per la feroce ironìa con cui giornalmente, oramai da più di 8 anni, mette alla berlina i “supercafonal” sul suo sito Dagospia.
E’ pacifico che sto parlando di Roberto D’Agostino, 60enne dal look paragiovanile (o paraculistico), ricordato negli anni che furono per le sue lezioni da tuttologo nel programma di RENZO ARBORE “Quelli della Notte”.
Mentre per quel che riguarda Umberto Pizzi affidiamoci a una sua dichiarazione estratta dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera (che offre anche una fotogallery dal libro):
«Io sono un lupo solitario. Mi piace cacciare da solo. Esco di casa al tramonto, con la mia vecchia Nikon sotto alla giacca, e torno all’alba.I fotografi che si muovono in branco non li ho mai capiti». Questo fa di te il paparazzo più… «Beh, paparazzo…».
Non ti piace essere definito così? «Capisco che è una categoria, io preferirei essere chiamato fotoreporter, comunque va bene anche “paparazzo”.
Purché non si pensi a quelli che Fellini descrisse nel film “La dolce vita”.Fellini ci ha danneggiato. Perché noi, è vero, siamo feroci: però certe regole le rispettiamo. Noi, un’anima, ce l’abbiamo
».
E ora le sue foto, accompagnate dalle taglienti chiose di D’Agostino sono state raccolte e sono diventate un libro, in cui, come spiega Pourfemme.it:
tutti i potenti finiscono nel mirino della premiata ditta Dago-Pizzi, che sta per Umberto Pizzi, celebre fotografo dei vip. Ecco Cafonal, ovvero un truce ritratto della zoticaggine dei potenti e delle loro cadute di stile.Ci sono proprio tutti in Cafonal, da Silvana Pampanini che afferra con le mani una fetta di prosciutto, a Giulia Bongiorno in braccio al giornalista Antonio Calabrò, passando per Miriam Tomponzi sdraiata su un marciapiede di Via Veneto a Roma e tante altre celebrità immortalate in debolezze o gesti di dubbio gusto. [...] Le vittime illustri scendono dal gradino più alto della casta perdendo l’aurea di perfezione, per apparire con i loro umani vizi, ma la discesa è così inbasso da divenire disastrosa.
Photofinish presenta così il volume uscito per Mondadori:
Tra le irriverenti immagini di personaggi che amano dedicarsi alla vita mondana - una relatà parallela fatta di feste esagerate e a volte veramente di cattivo gusto - possiamo trovare molti volti noti (sia politici che appartenenti al mondo dello spettacolo) ma anche semplici signore della buona società. Il risultato è una parata di vip e non, beccati in momenti imbarazzanti o in pose poco probabili e molte volte ai limiti del grottesco. Il libro si avvale naturalmente dei commenti al vetriolo di D’Agostino che, insieme alle impietose immagini, disegnano uno spaccato di una Italia esagerata e intenta ad una spensieratezza artificiosa e artificiale proprio come certi davanzali di prosperose signore in là con gli anni.
Ecco anche l’opinione di Non leggere questo blog!:
è uscito un volume che raccoglie le “peggiori” fotografie scattate da Dagospia.
D’Agostino, tanto Tamarro nello Stile quanto inimitabile nel saper ritrarre la “Cafoneria” del Potere Italico (le vittime di “Cafonal”).
E’ quando la Superficialità ed il Gossip raggiungono livelli estremi, che si fanno interessanti, che mutano in Costume.
E Dago sa come si fa. Si passa da Fassini inguardabili a Donnone fatte di Botox e Prosciutto, da Sgarbi Introiati e Prodi Dormienti … insomma, ci sono tutti i Vizi Capitali. Della Capitale
.
Il Giornalieri propone invece un bell’articolo di commento a Cafonal scritto da Michela Tamburrino e uscito su La Stampa:
Il titolo «Cafonal» la dice lunga, i due autori, D’Agostino-Pizzi, fanno il resto.
«Impazza la Brutta Époque in questo cafonalismo trash-endente», il libro a sfogliarlo sembra un trattato di sociologia, meglio, di antropologia culturale, scritto con le facce, i corpi debordanti, le tette rifatte, le labbra a canotto, il potere esibito nelle mani forchettate.
Perché è la grande abbuffata il filo conduttore che unisce i «morti di fama».
Ci si rimpinza a bocca piena e a gambe larghe (per tenere il piatto in equilibrio), ci si ingozza come se fosse l’ultimo buffet, l’ultimo bucatino prima del deliquio
.
Crazy marketing svela l’origine del titolo del volume e si concentra sull’aspetto di marketing editoriale della sua uscita:
Dagospia ha fatto centro con la pubblicazione del libro “CAFONAL”, parodia del termine “CAPITAL” degli anni ‘80, dove giovani ragazzi imitavano Montezemolo, Agnelli…; CAFONAL rappresenta la situazione attuale, un mondo di persone che vogliono essere altro, un’evasione dalla sfrenata realtà quotidiana. Un libro, feroce, inquietante definito da D’agostino “barbaro”. “CAFONAL. GLI ITALIONI NEL MIRINO DI DAGOSPIA”, (Edizioni Mondadori ) un libro che raccoglie le fotografie realizzate dal Paparazzo dei nostri giorni Umberto Pizzi in otto anni di febbrile attività tra crazy party, presentazioni decisamente non convenzionali e mondanità di vario genere.Un esempio eclatante che quando l’editoria si avvicina al “crazy” il risultato è eccellente!
E sembra proprio aver ragione se, come segnala Gossipmania, la prima edizione del libro è andata esaurita in pochissimo tempo:
caccia a “cafonal” – va a ruba! seconda ristampa del ‘vizionario’ di pizzi & dago – ‘riformista’: è tutta carne da paparazzo - ossequio e paura a milano – stasera gad lerner su la7 scodella un servizio sulle presentazioni del libro.
Già, se ne è occupato pure Gad Lerner in una puntata de L’infedele, e questo è il commento che ne ha dato Freddy Nietzsche:
Poi si parla di Dagospia, l’esempio più chiaro dell’incrocio perverso tra rete e giornalismo italiano. Perché è uscito il libro CAFONAL, che raccoglie le foto di Umberto Pizzi con politici, giornalisti, finanzieri che mangiano babbà, si baciano storti, ballano male, sudati, tristi in grisaglia, volgari, fighe truccate con la cazzuola.

Quello lo conoscono benissimo tutti, molto meglio di Chi o Amici. Lerner ha il fegato di dire che considera Dagospia uno strumento fondamentale. Ed è l’unico che non tentenna (chapeau, ma minga tropp). Certo, se racconti i giornalisti, i finanzieri e i politici più di ogni altra categoria sociale, be’ allora sì, è fondamentale.
Rimane un ultimo lapidario commento, riferito più ai personaggi ritratti che al lavoro in sé, quello di Armiamoci di coraggio:
Meglio un film dell’ horror di quelli crudi che ste orribili dame del soldino che s’incontrano alle feste danarose.

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