venerdì 20 agosto 2010

"Graphic Design dal Giappone" a Venezia



In cento poster la grafica giapponese degli anni Duemila.

A Venezia le più recenti espressioni dell’arte nipponica del manifesto: a confronto opere realizzati nell’ultimo decennio da grandi maestri e artisti emergenti

28 agosto 2010 - 20 ottobre 2010


photo :Tanaka Ikko, Kastuo Ohno’s Buto Dance: flower, anno 2001

Dal 28 agosto al 20 ottobre, La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia presenterà, nella Galleria di Piazza San Marco, la mostra “Graphic Design dal Giappone. 100 poster 2001- 2010”, curata da Rossella Menegazzo.

Tra tradizione e modernità, eleganza della linea, armonia di segni e ricchezza di colori, l’esposizione presenterà le opere più significative realizzate negli ultimi dieci anni sia dai migliori esponenti della grafica giapponese, tra cui Kazumasa Nagai, Mitsuo Katsui (1931), Masayoshi Nakajō (1933), Shin Matsunaga (1940), Katsumi Asaba (1940), Kōichi Satō (1944), quanto dalle più recenti promesse, trentenni come Chie Morimoto, per un totale di cento manifesti, scelti tra migliaia di opere che ogni anno competono per aggiudicarsi i premi più prestigiosi: non a caso, i manifesti sono stati selezionati da un comitato formato da due maestri della grafica contemporanea, Kazumasa Nagai e Shin Matsunaga, in collaborazione con l’International Hokusai Research Centre,e sono rappresentative della produzione delle principali associazioni di graphic designer e art director di Tokyo come Art Directors’ Club (Adc), Japan GraficDesigners’ Association (Jagda), Type Directors Club (Tdc).

Sin dall’antichità il Giappone si è distinto nell’arte del manifesto, genere dal forte impatto comunicativo e decorativo, che ha da sempre affascinato l’Occidente non solo per la ricchezza cromatica e la raffinata sensibilità estetica, ma anche perché in esso sono riflessi il gusto e i costumi di una società. Persino l’ukiyoe, che aveva incantato artisti come Manet, Monet e Van Gogh, era ritenuto, tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, un mezzo per approfondire la conoscenza delle usanze giapponesi, tramite la forma artistica.
Non a caso, nei manifesti si fondono saperi antichi, che richiamano la tradizione calligrafica e la grafica giapponese, ma che si arricchiscono continuamente dei nuovi contenuti attinti dalla modernità, dai ritmi e dalle esigenze dei tempi attuali, come si osserverà dai manifesti in mostra.

La mostra assume un significato particolare se si considerano due aspetti: in primo luogo, il rapporto di collaborazione culturale che si è venuto a creare tra Italia e Giappone in questo campo da oltre trent’anni, in secondo luogo, il fatto che il 15 agosto ricorrono i sessantacinque anni dalla tragedia di Hiroshima (e di Nagasaki il 9 agosto), evento che viene commemorato a scadenza annuale dai maggiori graphic designer giapponesi: denominata “Hiroshima Appeals”e Gianni Quaranta, in qualità di art director (prodotto da El Ingenioso Hidalgo in associazione con Franco Nero).

Le ultime scene del film, ricco di riferimenti alla cultura giapponese, sono state ambientate all’Aquila, prima del terremoto, mentre il breve documentario che lo accompagna, dal titolo Tornando a L’Aquila (2010), è stato girato dopo il tragico evento negli stessi e luoghi con gli stessi attori., la campagna di sensibilizzazione per la pace si realizza attraverso la produzione di una serie di manifesti, alcuni dei quali saranno visibili in mostra, per non dimenticare le vittime delle due bombe atomiche.
Con lo stesso intento, nei giorni di apertura della mostra, alle 11 e alle 15.30, sarà proiettato Angelus Hiroshimae (2010), film ispirato al Libro degli Haiku di Jack Kerouac, scritto e diretto da Giancarlo Planta, con la colonna sonora di Ennio Morricone.

Collegamenti
In rete Fondazione Bevilacqua La Masa

Nessun commento: