lunedì 15 settembre 2014

Il Made in Italy, orgoglio italiano




L'espressione Made in Italy, orgoglio per i produttori italiani, rappresenta la qualità, la creatività e l'inventiva. 
Infatti molto spesso i prodotti italiani sono riconosciuti come prodotti di alta qualità, curati nei dettagli, creativi nel disegno e nelle forme.

Non è sempre stato così. 
Infatti originariamente l'espressione Made in Italy aveva un significato quasi negativo. 

L'espression fu imposta ai produttori italiani negli anni '60 dalla  Francia e dalla Germania, che avevano abbandonato l'industria povera del tessile e della calzatura, per segnalare ai loro cittadini che i prodotti non erano realizzati nelle loro nazioni.

Oggi invece i  marchi italiani sono molto apprezzati nel mercato internazionale per il loro design innovativo e per la qualità dei materiali. 


Nel campo della moda il Made in Italy conta nomi d'eccellenza come Valentino, Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Prada






Nel campo delle automobili e delle moto spiccano Ferrari e Ducati con grandi designers e architetti italiani come Giorgetto Giugiaro, Sergio Pininfarina e Massimiliano Fuksas che hanno firmato progetti internazionali.



Gli oggetti culto come la Vespa e la caffettiera sono diventati
simboli di arte di vivere all'italiana.


 
Fiore all'occhiello e "Patrimonio dell'umanità", la cucina italiana

Ricca e variegata riflette le tradizioni e i costumi di ogni regione italiana. 


La pizza e la pasta sono certamente i piatti più conosciuti e apprezzati. 
Ma anche specialità regionali come il risotto allo zafferano, il pesto alla genovese e la bistecca alla fiorentina sono ormai diventate ricette italiane. 

Comune denominatore di tutta la cucina italiana il buon vino che conta nomi eccellenti quali il Cannonau sardo, il Chianti toscano, il Barolo piemontese e il Verdicchio marchigiano.

L'Italia è per questo stata soprannominata il Belpaese dove trascorrere una "dolce vita".

Insieme alle parole "Pizza" e "Pasta", è l'espressione "Made in Italy" a richiamare, in tutto il mondo, l'idea di "prodotto italiano".  

Qualità-Stile-Immagine-Fama-Prestigio sono le caratteristiche garantite dalla certificazione del Made in Italy.

martedì 2 settembre 2014

Charlie Brown e i Peanuts...






I Peanuts sono la striscia a fumetti più famosa del mondo, pubblicata quotidianamente tra il 1950 e il 2000, quando morì a 77 anni il suo autore Charles Schulz. 

Ancora oggi le repliche delle strisce sono distribuite e pubblicate ogni giorno sui quotidiani di decine di paesi del mondo: in Italia, dal Post. 




La popolarità e l’influenza della striscia – e dei suoi personaggi più famosi, soprattutto Charlie Brown, Snoopy, Linus – si è estesa nel tempo a tutti i media e alla vita quotidiana di mezzo mondo, attraverso i loro caratteri, le loro battute, il radicamento delle loro consuetudini, e una quantità straordinaria di efficacissimi aforismi e citazioni. 
Le frustrazioni, insicurezze, illusioni, ansie, dei personaggi bambini hanno sempre rispecchiato quelle dei lettori adulti aggiungendovi tenerezze infantili che hanno sempre appassionato i lettori bambini: costruendo nel tempo un successo presso generazioni diversissime. 

Il nome Peanuts venne scelto dal distributore della striscia citando quello di un pubblico di bambini in uno show televisivo dell’epoca, e si è sempre detto che a Schulz non piacesse. 

Ma come dice Lucy Van Pelt, «più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose».

giovedì 21 agosto 2014

Il lusso dei giovani rampolli più ricchi del mondo




La vita dei ragazzi più ricchi del mondo diventa "viral", "social" e anche - spesso -  di cattivo gusto...


Instagram, la popolare "applicazione" gratuita che permette di scattare foto, applicare filtri e condividerle su numerosi servizi di social network, ora mostra  anche i momenti della vita dei ragazzi più ricchi del mondo.

Tutto ha avuto inizio quando è stato creato l’account "Rich Kids" un tumbrl ad opera di un anonimo che ha iniziato a postare le foto che mostrano la vita da super-ricchi di non meglio precisati ventenni figli di papà.


Il sito americano Izismile ha elezionato esempi significativi di questo fenomeno: i ritratti dei giovani rampolli sfoggiano con arroganza il loro benessere.

Al polso Rolex d'oro, il jet usato per andare a scuola, il carlino legato al fregio di una Bentley, il super yacht con a bordo champagne che scorre a fiume ed elicottero al seguito...
I giovani rampolli hanno tutto e ancora di più, una gioventù off limits e un'arroganza che non li rende simpatici.
 

martedì 19 agosto 2014

Lo Sporting Club di Monza, un luogo unico!




Lo Sporting Club di Monza é il "salotto" e la "porta" di Monza e della Brianza. 



Lo Sporting Club di Monza é un circolo privato dove i Soci diventano amici, dove si stringono collaborazioni di lavoro, si rivelano affinità di gusti culturali, si pratica una sana sportività e si coltivano interessi comuni nei confronti della società che lo circonda.




La splendida cornice della Club-House e del parco costituisce una vera seconda residenza per i Soci, in cui è possibile invitare un cliente importante, gli amici e i familiari, oppure rilassarsi o partecipare alle innumerevoli iniziative che il Club organizza con periodicità settimanale. 




L'ospitalità che vi si pratica è riservata e di grande signorilità, in un'atmosfera tranquilla che consente l'instaurarsi di relazioni che altrove la fretta della routine impedisce.




Gli oltre 500 Soci costituiscono uno spaccato della parte più attiva e prestigiosa della società di Monza e Brianza, senza distinzioni di origine e livello culturale. 

La particolare impostazione associativa è la formula che ha consentito il successo. 

Lo Statuto, infatti,  non pone discriminazioni all'ingresso, salvo il rispetto di alcune formalità, nè prevede obblighi oltre le comuni regole di comportamento civile necessarie in ogni comunità.


Le manifestazioni culturali e sportive stimolano le partecipazione alla vita associativa, suscitano consensi e trovano echi anche fuori dal Club, attirando ospiti e frequentatori di rilievo anche esterni al novero dei Soci. 

Oltre alla vita del Club,sono spesso proposte iniziative solidari finalizzate ad aiutare i meno fortunati, dando lustro e prestigio alla compagine e ai suoi componenti.



La ex-Villa Tagliabue, costruita nel corso degli anni '30, è stata ristrutturata in modo estremamente funzionale ma conservando il fascino degli ambienti di una dimora di classe dei tempi d'oro di questa tipologia residenziale. 


Il grande parco ospita conifere di diverse specie, faggi marginati, cedri Atlantic e numerosissime aiuole e arbusti che in stagione fioriscono di mille colori. 



 


Dominatrice, con il suo impatto visivo, dell'intera struttura è la famosa piscina a doppio cuore, un unicum architettonico che però è anche palestra di sportività e oasi di relax. 


Accanto, il giardino d'inverno che ospita la sala che viene adibita a ristorante e sala da ballo e da concerti.




Un po' di storia :

Lo Sporting Club nacque in un giorno d'inverno del 1966, tenuto a battesimo dal notaio Antonio Mascheroni, che registrerà l'atto in Desio il 3 febbraio di quell'anno. 

I Soci fondatori erano 30, con 5 probiviri e 18 consiglieri eletti nella prima assemblea. 

Il successo fu fulmineo, in un'epoca  in cui le notizie viaggiavano per passaparola. 

Ad aprile infatti i Soci erano già 99 e da allora non si sono più fermati. 

Ma la storia del Club, almeno della sua parte più visibile, la sede con le sue attrattive, risale a diverso tempo prima.
 
La splendida sede sociale è infatti Villa Tagliabue, dal nome del proprietario che, acquistatala negli anni '30, la portò progressivamente, il giardino fu finito solo nel 1960,  allo stato attuale modificando profondamente l'impianto della residenza preesistente. 

Ettore Tagliabue era un facoltoso petroliere che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fece della sua casa monzese il centro di un brillante giro di società nazionale e  internazionale. 

Nel settembre 1954 la villa ospitò persino Filippo di Edimburgo, da pochissimo principe consorte della regina Elisabetta. 



Ettore Tagliabue lo aveva infatti incontrato al Gran Premio Ippico di Merano, vinto da uno dei purosangue della sua scuderia.

Viene dall'iniziativa di Ettore Tagliabue, o meglio dalla volontà di esaudire il desiderio della sua compagna di allora, la famosa soubrette Elena Giusti, la componente architettonica più distintiva dell'intera villa e oggi del club: la piscina. 




La famosa piscina a forma di due cuori intrecciati sostituì così la precedente piscina banalmente rettangolare, e oltre alla committente originale ospitò  le bracciate di donne famose come Ljuba Rosa (poi Rizzoli), la diva dei “musical acquatici” Ester Williams e la grande Ava Gardner


Del resto, i personaggi dello spettacolo erano ospiti frequenti a Villa Tagliabue: Walter Chiari, Gino Bramieri, Carlo Dapporto, Macario, l'attrice Lea Padovani.  

Un altro segno di continuità con la vita sociale del Club, punteggiato da feste e spettacoli animati da artisti di fama ancora oggi.
 

L'emploi du temps des plus grands créatifs...

 



En lisant des posts sur le site de Cadre Emploi je suis tombée sur un article amusant et intéressant d' Elodie Buzaud que j'ai envie
de partager...

Pour être créatif il faut du désordre, de l’imprévu, de la désorganisation, croyait-on. 
Ce n’est pas vrai. 
Pas le moins du monde. 
La preuve, avec les emplois du temps millimétrés de Balzac, Flaubert, Hugo et 23 autres artistes, musiciens et penseurs.



Aussi étonnant que cela puisse paraître, de nombreux artistes le reconnaissent : leur créativité repose sur… une vie routinière. L’écrivain Gustave Flaubert  en était convaincu. 
« Soyez régulier et ordonné dans votre vie pour être violent et original dans votre travail », écrivait-il. 
Comme lui, de nombreux artistes - Victor Hugo, Honoré de Balzac, Pablo Picasso, etc. -  étaient réglés comme du papier à musique. 




Ce qui a permis à Citrix, entreprise spécialisée dans les solutions de travail mobiles, d'utiliser les données disponibles sur leurs emplois du temps (1) pour promouvoir son nouveau logiciel de gestion de projet mobile via une infographie interactive (ci-dessous). 
Celle-ci détaille les routines quotidiennes de 26 artistes, écrivains, musiciens et penseurs.

Routiniers, mais pas conformistes

S'ils avaient des vies bien réglées, elles n'étaient cependant pas tout à fait conventionnelles... Loin de là ! 
Flaubert ne se couchait jamais avant 3h du matin. 
L’écrivain Honoré de Balzac se levait à 1h du matin pour travailler et le romancier Franz Kafka n’était jamais couché avant 6h, bien qu’il se levât à 8h. 
D’autres avaient un rythme plus raisonnable. 

L’écrivain russo-américain Vladimir Nabokov se couchait à 23h, se levait à 7h, et travaillait de 9h30 à 17h. 
Mais tous ne travaillaient pas autant. 
 
 
Le philosophe Emmanuel Kant n’écrivait pas plus d’une heure par jour, de 6h à 7h du matin. 
À l’inverse, Balzac consacrait 13 heures par jour à l’écriture et Voltaire 16h30 !

Travail, détente, socialisation et exercice

Le point sur lequel tous s'accordent, c'est la détente et la socialisation. 
Les 26 artistes y consacrent chaque jour du temps. 
Ils voient tous du monde et prennent le temps de se détendre. 

L’écrivain américain Mary Flannery O’Connor occupait ses après-midi à recevoir, entretenir son jardin et soigner ses oiseaux. 
Nombreux écoutaient tous les jours de la musique. 

Parmi eux : l'écrivain et homme politique Benjamin Franklin ou l'essayiste William Styron
D'autres jouaient aux cartes, comme Victor Hugo et Sigmund Freud. 
Certains, comme Beethoven ou Kant, ne pouvaient se passer de vin. 
Ce qui ne les empêchait pas de faire de l’exercice. 
Surtout de la marche. 
Kant marchait une heure par jour, tout comme le compositeur Beethoven, Flaubert, Kafka, Tchaïkovsky et Richard Strauss. 
Et si c'était ça, le secret de leur créativité ? 
En attendant de le savoir, lire leurs œuvres et écouter leur compositions ne pourra que booster la vôtre. 



Cliquez sur l'image pour voir la version interactive.
(1) Pour réaliser cette infographie, Citrix c'est appuyé sur le livre Daily Rituals, de Mason Currey, paru l'année dernière.

Elodie Buzaud © Cadremploi


lunedì 4 agosto 2014

La boulangerie de la rue des Rosiers





Difficile de passer devant Korcarz sans craquer! 
Sa vitrine est dangereusement et  scandaleusement racoleuse.  
Donc on entre et  on ne sait pas quoi choisir entre les baklawa, linzer et autres pâtisseries juives ashkénazes.


Enfin, j’ai quand même un chouchou : le strudel. 
Ou plutôt le STROUDEL, puisque c’est comme ça qu’ils l’écrivent. 
A la pomme ou aux noisettes, il vous rend ivre de plaisir, à déguster en déambulant dans la rue des Rosiers. 


Version salée il y a bretzels, bagels, pains en tous genres et mini burgers maison.

Pour la petite histoire, Korcarz n’est pas une simple boulangerie. C’est un lieu historique puisque Monsieur Joseph Korcarz s’est établi rue des Rosiers en 1946. 

Le storytelling fait partie de l’expérience et ne fait qu’ajouter un peu d’authenticité au plaisir de dégustation.

Rançon du succès oblige, il y a souvent du monde, mais la file d’attente n’est jamais bien longue. 
Et parce qu’il y a du monde, le personnel peut être pressant, voire pas très aimable si vous ne vous décidez pas rapidement. 
Mais le jeu en vaut largement la chandelle.




Ouvert tous les jours sauf le samedi de 7h à 20h. Possibilité de déguster sur place.
 
Korcarz – boulangerie casher
29 rue des Rosiers, 75004 Paris
01.42.77.39.47
korcarz.com


giovedì 17 luglio 2014

Il segreto della performance di Shakira ai Mondiali del Brasile

 

Shakira e la zumba: ecco il segreto della performance ai Mondiali del Brasile.


 

La performance di Shakira ai mondiali del Brasile é opera 

del creatore del metodo Zumba Fitness Beto Perez.

 

La star colombiana è stata la regina indiscussa della cerimonia finale dei Mondiali di Brasile 2014.  

Ma la sua performance sul palco del Maracanà di Rio de Janeiro, sulle note della canzone Dare la la la, aveva un segreto, che si chiama Zumba.

Infatti a studiare le sue coreografie è stato  Beto Perez, ideatore del metodo Zumba.

Colombiano come ShakiraBeto Perez ha già lavorato con la cantante in occasione del lancio dell'album Pies Descalzos che ha avuto un successo mondiale.




Beto Perez ha raggiunto la star direttamente allo stadio per provare con lei la coreografia prima dell'esibizione. 



sabato 5 luglio 2014

Vacanze milanesi di tipo truzzo, radical chic, snob, fricchettone?



Un foglio bianco, uno schema tracciato da un esperto in sociologia politica..diciamo una mappa sulla tipologia del vacanziere milanese.

Ora, parlare di mappa è forse un po' esagerato: si tratta più che altro di una sorta di asse cartesiano disegnato su un foglio in cui sono state disseminate località di vacanza con quattro collocazioni politiche: sinitra, destra, elitario e collettivo, con i conseguenti risultati di "radical chic", "fricchettone", "truzzo" e "snob", destinazioni che riguardano sia la penisole, sia l'estero. 

"Dimmi dove vai in vacanza e ti dirò chi sei".
Senza essere un asso é evidente che  la vacanza più truzza che ci sia, ovviamente, è quella a Rimini, grande classico, ormai abbinata all'inevitabile Sharm. 
Certamente non si tratta di vacanze elitarie, ragion per cui si arriva al limite estremo della destra, ma anche del collettivo. 
In una parola, se andate in vacanza da queste parti siete purtroppo dei "truzzi".



All'estremo opposto si piazzano le vacanze che fanno molto "di sinistra", ma che allo stesso tempo non tutti si possono permettere. Emblema di tutto questo sono le vacanze in Vietnam e Cambogia, che vi ritraggono inevitabilmente come di sinistra elitaria, in una parola "radical chic"






La Grecia percorsa in bici è invece roba da fricchettoni, così come Montecarlo e Saint Tropez sono necessariamente da snob di destra (e in effetti...).



Ma le destinazioni sono molteplici: 
Bali, Isola d'Elba, Sardegna (ma a fare il mercatino), Santa Margherita, Forte dei Marmi, Milano Marittima, Ibiza.  



Il soggetto non é cosi' semplice...
Nella destinazione delle vacanze c'é anche da prendere in conto la motivazione : abitudine, prezzo, buon ricordi, voglia di fare esperienze, gusto dell'avventura..e dunque una vacanza a Rimini puo' avere certe affinità con una vacanza a Saint Tropez ...


E a quale tipologia si appartiene se si sta a casa ?





lunedì 23 giugno 2014

En 2015 Milan va accueillir l'Exposition universelle !



Les expositions universelles organisées par le Bureau international des expositions (BIE) se déroulent tous les 5 ans. 

Après Shanghai en 2010, ce sera au tour de Milan en Italie d'accueillir la prochaine exposition universelle en 2015.
La capitale de la Lombardie, qui est aussi l'une des plus grandes aires urbaines en Europe et un pôle européen pour la mode et le design, va se transformer pendant plusieurs mois en capitale mondiale de la gastronomie ! 





Le thème retenu pour l'Exposition est en effet "Nourrir la planète, énergie pour la Vie".
Cette exposition s'annonce comme le plus grand événement au monde sur le thème de l'alimentation et de la nutrition. 

Le choix de Milan pour accueillir cet événement est une belle reconnaissance pour le pays qui a inventé le concept de slow food !

Création de Slow Food 

Slow Food est une association internationale qui milite pour promouvoir l'éducation du goût. Elle se bat pour préserver la biodiversité agroalimentaire, encourager le commerce équitable mais aussi le développement des producteurs locaux.


Slow Food est née dans les années 1980 en Italie, sous l'impulsion de Carlo Petrini et d'un groupe de gourmets de la région piémontaise. Ensemble ils souhaitent apporter un nouveau regard sur l'alimentation, l'agriculture et bien entendu la gastronomie. Le mouvement s'engage en 1986 en dénonçant la construction d'un Mac Donald à Rome. Ils décident de se nommer "Slow Food" en opposition au terme anglais « Fast-Food » qui désigne la mal-bouffe associée à la restauration rapide.

Le mouvement se développe rapidement en Italie puis atteint la France en 1998. 

Le premier « convivium » (groupe local) français est fondé à Perpignan par Jean Lhéritier
Aujourd'hui plus de 1000 conviviums existent partout dans le monde.
Aujourd'hui Slow Food est présente dans 150 pays des 5 continents et elle compte plus de 100,000 membres.
Une Université a été créée à Pollenzo et Colorno en Italie pour préparer à des métiers pour la valorisation et la gestion des ressources gastronomiques. Plusieurs cursus sont proposés en un ou trois ans.

Création de Slow Food

Slow Food est une association internationale qui milite pour promouvoir l'éducation du goût. 
Elle se bat pour préserver la biodiversité agroalimentaire, encourager le commerce équitable mais aussi le développement des producteurs locaux.
Slow Food est née dans les années 1980 en Italie, sous l'impulsion de Carlo Petrini et d'un groupe de gourmets de la région piémontaise. 

Ensemble ils souhaitent apporter un nouveau regard sur l'alimentation, l'agriculture et bien entendu la gastronomie. 
Le mouvement s'engage en 1986 en dénonçant la construction d'un Mac Donald à Rome. 
Ils décident de se nommer "Slow Food" en opposition au terme anglais « Fast-Food » qui désigne la mal-bouffe associée à la restauration rapide.

Le mouvement se développe rapidement en Italie puis atteint la France en 1998. Le premier « convivium » (groupe local) français est fondé à Perpignan par Jean Lhéritier. Aujourd'hui plus de 1000 conviviums existent partout dans le monde.

Aujourd'hui Slow Food est présente dans 150 pays des 5 continents et elle compte plus de 100,000 membres.

Une Université a été créée à Pollenzo et Colorno en Italie pour préparer à des métiers pour la valorisation et la gestion des ressources gastronomiques. Plusieurs cursus sont proposés en un ou trois ans.
 

Le credo de Slow Food : 
Un produit BON, c'est à dire de saison, frais et goûteux. 
Un produit PROPRE, c'est à dire produit dans le respect de l'écosystème et de l'homme. 

Un produit JUSTE, c'est à dire respectueux d'une équité sociale et qui permet des prix, des rémunérations et des conditions de travail équitables pour tous ceux qui participent à chaque étape de la vie du produit. En 2003 l'association internationale Slow Food a créé la Fondation Slow Food pour la Biodiversité Onlus. 

De nombreuses campagnes sont engagées, des projets « sentinelles » pour défendre les petits producteurs et les produits artisanaux. Ainsi Slow Food s'engage pour la planète et la préservation de la biodiversité alimentaire. 
 En effet près de 700 produits dans le monde sont désormais en danger de disparition. 
Ces produits oubliés qui ont parfois fait la richesse d'une région avant de se raréfier de plus en plus. 
La campagne l'Arche du goût a pour objectif de faire redécouvrir ses produits grâce à un catalogue.
La Fondation cherche a soutenir les communautés locales et garantir un futur aux petits producteurs locaux. 


Elle souhaite redonner une dignité culturelle aux communautés de paysans, berges, pêcheurs, etc. 

Elle souhaite défendre les territoires et les écosystèmes du monde entier et ainsi sauver des races d'animaux, des variétés végétales ou encore des méthodes de travail traditionnelles. 
Enfin la fondation souhaite trouver des techniques de travail qui prennent en compte la protection de l'environnement. 
Un ensemble d'objectif pour une culture raisonnée et respectueuse de la santé et le bien-être de tous.
La Fondation Terra Madre a également vu le jour en 2004. 

Slow Food a mis en place cette fondation pour créer un réseau international réunissant des producteurs, des représentants de communautés locales, des cuisiniers, universitaires et chercheurs, engagés dans le respect de la nature et la diversité culturelle et culinaire. Slow Food est bien entourée pour mener à bien ses projets. 
Parmi ses partenaires et les associations qui luttent à ses côtés on retrouve des grandes organisations comme le CEFA et Fairetrade. Slow Food reçoit le soutien de nombreuses organisations notamment commerciales ou financières



L'exposition universelle 2015 à Milan devrait générer un afflux touristique exceptionnel dans la ville. 

20 millions de visiteurs sont attendus pendant les 6 mois de l'exposition, du 1er mai au 31 octobre 2015. 

Les organisateurs prévoient une moyenne de 160.000 visiteurs par jour !
La majorité d'entre eux (15 millions) viendront d'Italie, mais 5 millions de touristes feront le déplacement depuis le reste du monde. 


Et parmi eux, un million de visiteurs viendront de France.
La capitale de la Lombardie se prépare donc à une hausse de 40% de sa fréquentation touristique en 2015. 

Pour y faire face, plus de 40 nouveaux hôtels devraient voir le jour d'ici l'année prochaine...

Milan, qui avait déjà accueilli l'Exposition universelle de 1906 sur le thème des transports, va en partie faire peau neuve pour cette nouvelle exposition. 

On estime à plus de 20 milliards d'euros les investissements prévus en infrastructures.
Non seulement la ville va étoffer sa capacité hôtelière, mais elle va aussi améliorer ses transports en commun avec la création de nouvelles lignes de métro

une ligne 4 entre Milan Linate Airport et Milan Lorenteggio, une ligne 5 entre Monza et le stade San Siro, sans oublier l'extension de la ligne 3 vers le nord et le sud.
Sont également annoncés la création de 11 km2 d'espaces verts et la réhabilitation du réseau fluvial des Navigli (canaux artificiels).

Après l’exposition universelle de 2015, le site d'accueil de l'événement de 110 hectares sera transformé en "smart city", un quartier du futur intelligent et écologique !



sabato 14 giugno 2014

Fuleco l'armadillo di Brasile 2014




La star dell'attesissimo Mondiale di Calcio, é un personaggio che se ne intende di pallone .. Fuleco, l’armadillo di Brasile 2014. 

La mascotte del campionato è stata scelta non solo per la simpatia e per il fatto che si raggomitola e diventa una palla, ma anche per fare un po’ di luce sul pericolo che gli armadilli corrono, in particolare la specie chiamata bolita, un tempo molto diffusa in Brasile e oggi a rischio estinzione. 
Il nome della mascotte di quest’anno deriva dalla contrazione delle parole futebol (calcio) ed ecologia, e speriamo vivamente che utilizzarlo come simbolo del Mondiale serva a sensibilizzare e mobilitare il paese per la sua salvaguardia. 
I suoi capelli azzurri come l’acqua del Brasile vogliono ricordare l’importanza di difendere l'ambiente.

Ma Fuleco non è certo l’unico animaletto ad aver fatto da testimonial al più grande evento calcistico del mondo: sono 13 i suoi ‘colleghi’ passati, e si tratta per lo più di animali, ma anche di vegetali o personaggi di fantasia, che simboleggiano in qualche modo il Paese ospitante. 


La tradizione delle mascotte FIFA è cominciata nel 1966 con Willie, il leone-simbolo dei mondiali giocati nel Regno Unito, che indossava la maglia con la Union Jack, la bandiera inglese con la scritta "World Cup". 

In seguito è arrivato il ragazzino cicciottello con il sombrero Juanito, che fu la mascotte del mondiale disputato in Messico nel 1970.

Successivamente la World Cup si giocò nella Germania dell’Ovest, e la mascotte fu doppia: Tip e Tap erano due ragazzini che portavano le maglie della loro squadra con stampate le lettere WM (Weltmeisterschaft, cioè ‘Coppa del mondo’) e ’74, l’anno. Ai due piccoli tedeschi seguì un giovane argentino, Gauchito, mascotte di Argentina 1978 che indossava la maglia nazionale con gli accessori tipici del gaucho: il fazzoletto, la frusta e il cappello che porta data e luogo. 

Da allora il mondo vegetale e animale tornarono protagonisti. I Mondiali di Spagna 1982 sono simboleggiati da Naranjito, una grossa arancia che indossa la divisa della nazionale e tiene in mano un pallone. 

Se in Spagna hanno scelto le arance, in Messico 1986 è il turno del peperoncino: altro campionato messicano, altra mascotte con sombrero, ma stavolta è Pique, un peperoncino verde, ad indossarlo, con tanto di baffoni.

La prima mascotte che non proviene dal mondo naturale è stata quella di Italia ’90: Ciao, l’omino fatto di cubi nei colori della bandiera italiana e con un pallone al posto della testa. 


Tornano gli animali con USA ’94 e la mascotte Stryker, un cane che indossa una divisa di calcio con i colori della bandiera. 

Nel 1998 l'emblema nazionale é il galletto di Francia Footix, con il corpo blu, la testa rossa e il pallone bianco in mano. 

I Mondiali di Corea e Giappone del 2002 vantano invece un trio di  mascotte: Ant, Kaz e Nik. I tre personaggi di fantasia rappresentano una squadra, l’Atomball, con allenatore (Ato, la mascotte arancione) e i due giocatori viola e blu.

E si arriva così ai più recenti Goleo VI & Pille, simboli di Germania 2006: un leone e una palla da calcio parlante, che confermano la tradizione tedesca della doppia mascotte. Infine, i Mondiali del Sudafrica giocati nel 2010 avevano come emblema Zakumi, un leopardo dalla chioma verde come l’erba del campo di calcio.